Ad agosto si sono svolti gli esercizi spirituali predicati da Sua Eccellenza Mons. Giuseppe Russo, che ha meditato sul prendersi cura di sé e degli altri.
Olga riassume e racconta qui la sua esperienza.
Facile?! No! faticoso, ma bello.
Cosa è faticoso? Mettersi in discussione.
Cosa è bello? La sorprendente delicatezza e fantasia di Dio di proporre FASCI di POSSIBILITA' per raggiungere il BENE in me, per poi impegnarmi con Lui a promuoverlo negli altri.
E quest'anno qual è stata la delicata fantasia di Dio? La racchiude una parola molto plastica e
quasi scontata: PRENDERSI CURA . CURARE significa "interessamento premuroso e solerte che
impegna sia il nostro animo sia la nostra attività".
Ah... Riguarda quindi malattie spirituali, ferite, traumi, negatività... cosa c'è di delicato e fantasioso? Nulla nella malattia, quello che Dio ci propone è Vita, è qualità di Vita. CURARE è anzitutto far crescere, promuovere, conservare, attuare, migliorare; ma è anche terapia di recupero sicuro in Dio.
La CURA è essenziale non conosce soste e non va in pensione. Di curare noi e gli altri non si finisce mai, è un lavoro che faremo per tutta la vita.
Interessante! Con Quali strumenti?
SE SIAMO DESTINATARI DELLA CURA sono richieste:
- CAPACITA' D'ASCOLTO DELL'ANIMA
- Disposizioni che aiutano molto sono l'umiltà e la semplicità
- PREGARE e MEDITARE
- Confronto con il MEDIATORE
SE SIAMO OPERATORI di CURA è fondamentale:
- Preparazione interiore
- POSTURE dell' ESSERCI: RESPONSABILITÀ NEL SERVIZIO, CONDIVISIONE, RISPETTO e CORAGGIO
Belle parole, ma in concreto? La cura avviene quando produco AZIONI e DECISIONI vincendo le resistenze in me e/o nell'altro, AFFRONTARE IL PROBLEMA è iniziare la cura. Nulla va trascurato: luogo, parole, atteggiamento, riservatezza, ferma dolcezza, autenticità.
Volere il BENE sempre è troppo doloroso... A nessuno piace soffrire. Però c'è chi, come P.Pio, ha fatto della Croce la sua vita: “o soffrire, o morire”. Per noi, non dobbiamo pensare alle grandi sofferenze, basterà dire Sì alla Volontà di Dio di ogni giorno.
E basta? Quasi... bisogna abitare gli spazi della cura e cioè: SENSIBILITA', EMPATIA, ARDORE della CARITÀ FRATERNA, SERVIZIO... se non si arriva a vivere il servizio il VANGELO della CURA non è per noi.
Non ce la posso fare! Quello che ci viene richiesto è di mettere il meglio del nostro impegno nel formare in noi POSTURE e STILE di Cura certi che la FORZA della CURA è in noi grazie al CARISMA.
Cosa? Hai un super-potere? Per Carisma, il Servo della Sofferenza è chiamato ad essere SPECIALISTA della CURA, CAMPIONE DI SENSIBILITA', non certo in forza di doni personali (non siamo migliori di altri) ma in forza della Grazia intrinseca alla scelta vocazionale intrapresa.
Avere COMPASSIONE, essere OPERATORI di CURA non è dare spazio agli altri ma è decentrarsi, essere docili strumenti nelle mani di DIO che, attraverso noi, ha cura di ciascuno.
Il GRAZIE più profondo è per sua eccellenza Mons. Giuseppe RUSSO, la sua originalità pastorale e la condivisione delle sue esperienze spirituali, in linea continua con il pensiero del nostro Padre Fondatore, Mons. Pierino Galeone, ha portato in luce la bellezza del nostro CARISMA: la CURA;
Mons. Russo ha chiamato per nome le POSTURE che, anche nelle migliori famiglie possono irrigidirsi e sclerotizzarsi, indicandoci sapienti e saggi consigli di promozione di vita spirituale con sane RELAZIONI CIRCOLARI.
Grazie ai nostri Superiori e a chi ha collaborato per l'organizzazione delle giornate sia di ESERCIZI SPIRITUALI e sia dei lavori CONGRESSUALI, delle singolari meditazione apri-giornata alle lodi.
Molto coinvolgente l'ORA di ADORAZIONE per l'appropriatezza della scelta dei testi e dei canti affidati in ciascuna giornata alla cura delle diverse comunità presenti.
La S. Messa, la Liturgia delle ore con la lettura breve letta nelle varie lingue e commentata ogni volta da un sacerdote.
Il Congresso – altro momento di grazia- è stato preparato in remoto da incontri online con il giovane sacerdote don Miche Monteleone che ci ha formati e informati sulla linea della PRASSI SINODALE ponendo al centro di tutto la capacità dell’ascolto.