Evangelizzazione, testimonianza e fraternità: la missione in Germania.

Scritto il 09/10/2024
da Valentina Saporito

Da diversi anni, i nostri amici tedeschi ci invitano, nel mese di luglio, a partecipare come gruppo missionario SDS all'Ottava della Madonna Addolorata di Heimbach, vicino a Colonia. Così anche quest'anno, dal 10 al 14 luglio, io, don Thomas e Judith ci siamo ritrovati in Germania per vivere questa intensa esperienza di evangelizzazione.



È stata un'esperienza gioiosa e ricca di grazia, in cui abbiamo avuto l'opportunità di annunciare la Parola di Dio, condividere il nostro carisma e far conoscere la spiritualità di Padre Pio. Ogni giorno, il nostro instancabile don Thomas ha celebrato la Santa Messa in diverse parrocchie nei dintorni di Heimbach, annunciando la gioia del Vangelo e la bellezza della spiritualità dei Servi della Sofferenza. Invece, io e Judith, su richiesta, abbiamo accompagnato le celebrazioni con i nostri canti italiani, molto apprezzati dai tedeschi. La musica si è rivelata uno strumento potente di preghiera e coinvolgimento, capace di arrivare al cuore e unire le persone.

Oltre alle celebrazioni eucaristiche, le nostre giornate erano scandite da catechesi, testimonianze e adorazione eucaristica, seguiti da piacevoli momenti di fraternità. Questi incontri ci hanno dato l'opportunità di incontrare molte persone, adulti e bambini, con cui abbiamo condiviso esperienze di fede e creato nuove amicizie. La nostra presenza missionaria è stata un piccolo segno della grande necessità in Germania di cattolici gioiosi e fedeli, che siano testimoni credibili del Vangelo e portatori dell'amore di Dio in un contesto ecclesiale che affronta numerose sfide.

Uno degli aspetti più belli di questa missione è stato l'arricchimento non solo spirituale, ma anche umano. Abbiamo sperimentato la forza della comunità e della comunione fraterna tra di noi Servi della Sofferenza, che si è irradiata e ha avuto un impatto positivo anche su coloro che ci hanno accompagnato e ci hanno incontrato in quei giorni. Penso che questa sia una delle più grandi attrattive di un gruppo missionario: dove c'è unione, c'è davvero la presenza viva del Signore Gesù, che la gente percepisce, traendone beneficio. Abbiamo incontrato persone che, pur essendo lontane dai Sacramenti, si sono avvicinate a noi per conoscerci e dialogare. Non sono mancati incontri toccanti con persone ammalate che, attraverso il Sacramento dell'unzione degli infermi, hanno trovato conforto e sostegno. Alcuni di loro, inizialmente lontani, si sono poi avvicinati con maggiore apertura alla fede, partecipando alle celebrazioni eucaristiche.

È stato bello vedere come, attorno ai simpatizzanti di Padre Pio e don Pierino, si radunasse altra gente curiosa, desiderosa di ascoltare o di chiedere semplicemente informazioni.

In conclusione, posso dire che questa missione è stata molto più di un semplice impegno evangelico: è stata una vera e propria ventata di speranza, che ha rinnovato in ciascuno di noi il desiderio di servire con gioia e gratitudine. Abbiamo lasciato Heimbach con il cuore colmo di stupore per tutto ciò che il Signore ha operato, sia in noi che nelle persone che abbiamo incontrato. La forza della preghiera, il calore dell'accoglienza e il potere di una testimonianza autentica hanno sicuramente aperto i cuori e lasciato un segno. E questa è la vera bellezza della missione: quando ti lasci guidare dallo Spirito, scopri che sei tu il primo a essere trasformato. Siamo tornati a casa con la certezza che, anche nei luoghi di maggior difficoltà, il Vangelo continua ad essere la luce che non si spegne mai. E questo è solo l'inizio: la missione continua, nei nostri cuori e nel nostro cammino di fede.


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