Un carisma da scoprire sempre di più e da annunciare: sul volo di ritorno da Madrid è questo che, come uno slogan, continua a rigirarci nel cuore e nella testa!
Il nostro infaticabile Padre Isaac (guai a chiamarlo don!) ci ha accolto nella sua grande e attiva parrocchia a Parla, a pochi chilometri da Madrid. È stata una gran bella esperienza che abbiamo vissuto anche con Don Martino, Raffaella e Valeria.
Non potremo dimenticare la generosità di tutti: da chi ci ha aspettato all’aeroporto, a chi ci ha ospitato a casa sua lasciandoci addirittura le chiavi, a chi si è prodigato in tanti modi per farci stare bene.
Sono stati giorni intensi (dal 25 al 28 aprile), scanditi da ritmi serrati perché abbiamo avuto vari incontri con adulti e giovani, tutti desiderosi di sentir parlare di Padre Pio.
Con due gruppi diversi di giovani abbiamo condiviso la preghiera libera davanti a Gesù nella forma dell’adorazione eucaristica: una modalità che abbiamo scoperto con piacere essere molto diffusa tra i ragazzi e anche tra i bambini. Don Martino, poi, ha tenuto un incontro di catechesi che ha stupito tutti perché ha esordito dicendo: “anche se è la prima volta che vi vedo, io sono certo di sapere quello che avete nel cuore!”. A quel punto, l’attenzione superava di gran lunga la barriera linguistica e tutti, prima e al di là della traduzione, cercavano di captare la risposta. “Voi cercate la felicità!” Colpiti e affondati, si direbbe! E infatti, il resto del tempo è volato, con i ragazzi incuriositi e desiderosi di indicazioni operative che puntualmente don Martino ha fornito, parlando dei sacramenti.
Con un capillare lavoro organizzativo Padre Isaac ha pubblicizzato la nostra presenza e così il normale appuntamento del gruppo di preghiera ha visto la partecipazione di tante persone, alle quali abbiamo parlato di Padre Pio e della sua attualissima spiritualità.
Molto arricchente è stato anche l’incontro con i nostri associati e simpatizzanti: la rinomata simpatia degli spagnoli si è unita al senso di fraternità che abbiamo proprio potuto respirare. Con loro abbiamo condiviso oltre che la preghiera e la messa anche il pranzo, che si è trasformato con semplicità in un’altra occasione per parlare del carisma e del senso dell’evangelizzare la sofferenza; a tavola, ci è venuto facile fare l’esempio che tante volte abbiamo sentito dal nostro Padre, che la sofferenza è solo la buccia che racchiude un frutto molto gustoso. A patto di viverla con Gesù!
È inutile negarlo: cerchiamo da anni, ogni giorno, di vivere questo grande carisma del servizio alla sofferenza, ma parlarne insieme anche con persone mai viste prima e toccare con mano l’utilità e la concretezza, è veramente qualcosa che costringe a rendere grazie per un dono veramente immeritato e a testimoniarlo in modo più coerente.
Il tempo è volato e siamo ripartiti portandoci nel cuore sguardi, parole, mani, sorrisi e la gioia grande di aver ricevuto molto di più di quello che siamo riusciti a dare.
Custodiamo, pregando, anche la segreta speranza di rivedere qualcuno dei giovani incontrati, perché, come ci ha detto San Giovanni Paolo II: "il mondo è sempre più avvolto da una nube di dolore fisico e spirituale e ha bisogno di silenziosi cirenei che aiutano quanti sono nella prova e li rassicurano che Dio non dimentica nessuna lacrima”.
E lo sappiamo per esperienza: se un giovane intravede questa grande missione, non può che innamorarsene!